Eccomi qui ad affrontare un stato d'animo.
Spesso ci
si ritrova immersi nel fare, svincolati dall'attenzione verso se stessi, attorcigliati nella matassa del tempo,
lasciando il privilegio all'azione condizionata dal senso comune.
Tutto procede secondo la logica del fare.
Appiattimento lecito della sublime solitudine dell'essenza, ci soffermiamo sulle cose, programmiamo, eseguiamo e controlliamo le nostre vite come perfetti artefici della gestione delle giornate scadenzate.
Poi arriva sera ed il silenzio.
E la mente cavalca le sensazioni, le pulsioni e le vene della memoria fluiscono ininterrottamente nel vortice dei pensieri.
Coraggiosa la mente che riesce a sublimarsi da esso.
Audace è colui che tenta di trovare in quel silenzio della giornata terminata, in quel piccolo, sottile eppur profondo senso di solitudine, la musicalità del non suono.
Quanto spazio se si ascolta quel silenzio!
Chi gentilmente resta ad osservare,
chi pazientemente respira,
dopo attimi di fragile paura dove il rumore cessa e la mente tace, lì, in quel momento, inizia la danza.
Silenziosamente si esprime l'animo con le fragranze di una dolce melodia dopo una piccola tempesta.
Scegliamo di cavalcare il tempo,
scegliamo di riempire le ore, i minuti, i secondi di così tanto rumore!
Ed in quei momenti nessuna melodia potrà esser udita.
Perché scegliamo di non scegliere.
Perché scegliamo di non ascoltare.
Quanta paura fa all'uomo la solitudine!
Colui che utilizza la sua forza essenziale per oltrepassare l'ostacolo della paura, sarà abilmente aperto ai colori dell'anima.
Proverò a comporre la mia melodia al calar del sole.
Roma 31 Gennaio 2010,
Laura Tucceri